Sino a qualche anno fa era organizzata separatamente dalle tre Parrocchie cittadine, oggi invece è stata unificata e avviene a partire dalle ore 21 dal Piazzale Catena e si conclude al Calvario di Viale Italia.
Ad ogni Stazione della Via Crucis si aggiunge una croce di legno portata dai fedeli ed affiancata da due torcifere, si susseguono meditazioni e le letture delle Stazioni.
La Domenica delle Palme è la domenica che precede la Domenica di Pasqua, è il giorno in cui si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, osannato dal popolo che lo acclamava con rami di palme e di ulivo: è l’inizio della Settimana Santa.
Inizia così, da secoli, la Settimana Santa di Polistena con la rievocazione di questo momento dove, nei giorni antecedenti, il popolo si appresta a cercare e realizzare artisticamente le palme ed i ramoscelli d’ulivo, simboli di pace e di fratellanza.
La mattina
di Domenica delle Palme i fedeli si recano nelle tre parrocchie cittadine dove
si vedono innalzate verso il cielo centinaia di palme e di ramoscelli d’ulivo
in attesa della benedizione; al suo termine segue la processione per ricordare
l’ingresso di Gesù a Gerusalemme che termina con la Celebrazione Solenne della Santa
Messa nelle tre parrocchie della città.
I rami di palma e ulivo benedetti vengono portati a casa dai fedeli, alcuni ne fanno omaggio ai propri defunti, altri vengono conservati per protezione della famiglia altri ancora li donano agli amici, ai parenti ed agli ammalati.
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Sono le ore 15, l'Agonia di NSGC con le "Sette Parole" musicate da Michele Valensise è terminata.
Dalla Chiesa della SS. Trinità partiva il corteo religioso con il gruppo statuario della "Schiovata", cioè della Deposizione, preceduta dall'Arciconfraternita della SS. Trinità. La Processione percorreva le vie del centro storico per raggiungere il Calvario di via Muraglie; nella tradizione le donne vi partecipavano con un fazzoletto bianco a coprire il capo.
Un tempo si svolgeva al mattino, al rientro dell'Addolorata. Purtroppo da parecchi decenni, per problemi logistici ed organizzativi, tale processione non si svolge più, tanto che l'imponente gruppo statuario in legno e cartapesta rappresentante la Deposizione, tra l'altro danneggiato dall'incendio che ha devastato la Chiesa nel '88, è rimasto in precarie condizioni di conservazione e necessiterebbe di urgenti quanto doverosi lavori di restauro.
Durante la Quaresima 2020 il gruppo statuario è stato trasferito nel Duomo cittadino ed esposto alla venerazione sull'Altare Maggiore.
La Schiovata è un complesso gruppo statuario
raffigurante il Cristo che viene deposto dalla Croce con la Madonna, Maria
Maddalena, Giovanni, Giuseppe d’Arimatea ed un seguace; il gruppo è realizzato in cartapesta e non è di ottima fattura con eccezione del Cristo, che invece è ligneo, e che per l’ottima
fattura è stato attribuito a Francesco Morani.
All’imbrunire del Venerdì Santo il dolore della Madre Addolorata è vivo più che mai dopo la morte del suo unico Figlio ed è qui, dalla Chiesa Maria SS. Immacolata, che si snoda la processione della Pietà preceduta dal rullo cupo di un tamburo.
Maria, mostrandosi con gli occhi e la mano verso il cielo, mostra tra le sue braccia il corpo senza vita di suo Figlio; il gruppo statuario (risalente ai primi del ‘900) viene portato a spalla dai confratelli della Congrega della Santissima Immacolata, che si presentano con una tunica bianca e un cappuccio con la corona di spine. Accompagnato dalle “torcifere”, da una bandiera nera e dai discepoli attraversa le vie del centro storico per raggiungere il Calvario di Viale Italia per una breve meditazione, per poi proseguire e concludersi nella chiesa dell'Immacolata dove il coro parrocchiale esegue la “Settima Parola" composta da Michele Valensise.
Tra tutti i riti della nostra Settimana Santa, questo è il più recente, infatti solo dagli inizi del '900 si ebbe la necessità di acquistare la Statua, visto che solo questa Chiesa non partecipava ai riti in quanto priva di Statue adatte.
L'opera è stata realizzata dalla
Ditta Malecore di Lecce e fu denominata Maria Desolata. Nel 2005 fu
restaurata e portata al suo originale splendore dal Prof. Marafioti a
Monasterace.
La luce ha ormai lasciato spazio alle tenebre e il popolo si appresta a vivere l’ultimo appuntamento di questo giorno luttuoso; sta per svolgersi dalla Chiesa Maria SS. del Rosario una delle processioni pasquali più importanti e più imponenti della Calabria: la “processione dei Misteri”.
Essa è composta da sette gruppi statuari che raffigurano il martirio di Cristo. Ogni “varetta” viene portata a spalla da uomini in tunica bianca (sino a qualche anno fa incappucciati di nero) intervallati da ragazze vestite in nero che reggono in mano una torcia, dette “torcifere”, e da ragazzi che in tunica bianca o nera (anch’essi indossavano sino a qualche anno fa un cappuccio nero) portano vari simboli della passione.
La Processione viene aperta con due torce e la bandiera nera centrale seguita da un gruppo di “torcifere” ed è subito dopo che appare sulla “varetta” Gesù che prega nell’orto degli ulivi.
Appaiono ora due portatori che reggono uno il “gallo” e l’altro il “calice” seguiti anch’essi dalle “torcifere” e dalla seconda “varetta” con Cristo alla Colonna.
Nuovamente appaiono due portatori con i drappi bianco e rosso e le “torcifere” seguite dal gruppo statuario del Cristo deriso.
Ci sono ora i portatori con la “corda” e le “torcifere” che precedono il gruppo della Veronica con Gesù sotto la Croce.
È la volta di sei portatori che reggono la “scala”, le “corde”, l’ “ancora”, “diciture romane” e le “torcifere” seguite dall’imponente gruppo statuario della Crocifissione.
Tre portatori portano ora i “chiodi”, la “spugna” e il “martello” e altri sei vestiti di nero portano tre “croci” e tre “corde” seguite dalle “torcifere” che precedono il “Cristo Morto” (il cosiddetto “Cristu o’ Tumbulu”) affiancato dall'Arma dei Carabinieri in picchetto d'onore.
Ancora un gruppo di donne con le torce e infine “l’Addolorata” seguita dalla banda cittadina che esegue le musiche di Michele Valensise.
Prima del Concilio Vaticano II si svolgeva nel pomeriggio del Giovedì Santo, dopo, con le modifiche apportate ai riti dalle direttive conciliari, è stata posticipata alla sera del Venerdì Santo, come ancora oggi si svolge, assumendo una forma spagnoleggiante.
I sette gruppi statuari sono realizzati in legno e cartapesta, scolpiti nell'Ottocento dal sacerdote Luigi Prenestino, mentre il Cristo alla Colonna (unica statua lignea) e Maria Addolorata (mani e volto lignee) sono invece opera dei Morani, apprezzata famiglia di scultori polistenesi del secolo XIX. Sono state attribuite al Prenestino in quanto durante il restauro eseguito dell’artista polistenese Prof. Angelo Formica negli anni '70, è stato ritrovato all'interno di una statua un documento notarile per la realizzazione della cartapesta riconducibile all'artista.
Ogni gruppo statuario è posto su una “Varetta” (base di legno):
Le tenebre oggi hanno lasciato spazio alla luce: è mezzogiorno di Pasqua e Cristo è Risorto.
Siamo nella suggestiva Piazza del Popolo, qui si tiene il rito de “l’Affruntata”, l’incontro di Gesù Risorto con Maria; la piazza è colma di gente già da ore, guardandoci attorno vediamo anche balconi e terrazzi, che ivi si affacciano, gremiti.
Il primo segnale viene dato dalle campane del Duomo che annunciano l’inizio della processione che porta il Risorto (statua lignea realizzata dai Morani nel 1856 per la Fam. Valensise, tutt’oggi di loro proprietà) nella piazza; il Cristo è preceduto dalla Confraternita del SS. Sacramento oggi con la tunica bianca e il mantello rosso.
Parte poco dopo il secondo corteo dalla Chiesa Maria SS. del Rosario, quello che porta Maria all’appuntamento: ella è preceduta dalla Confraternita del SS. Rosario con tunica bianca e mantello nero.
La Madonna (statua acrolita settecentesca, proveniente dal Convento dei Domenicani che fu distrutto dal terremoto nel 1783) coperta sul volto e sulle spalle da un velo nero viene guidata dal “conduttore”, da cui dipende l’esito dell’Affruntata, raggiunge l’angolo sud-est della piazza; appena la folla intravede Maria, inizia a girarsi prima a destra e poi a sinistra per cogliere il momento dell’incontro.
Gesù entra solennemente nella piazza dall’angolo di nord-ovest mentre Maria, che si trova nell’angolo opposto, percorre pochi metri e si ferma; mentre Gesù avanza lentamente il “conduttore” dà il via alla “fujiuta”: Maria corre e sembra che voli tra le ali di folla festanti e a pochi passi dal Figlio si ferma, le cade il velo nero e si china davanti a Lui.
“L’Affruntata” è avvenuta e tra i suoni della banda, tra gli applausi dei presenti, tra i botti che esplodono, tra i rintocchi delle campane Maria e Gesù procedono l’uno accanto all’altra in processione.
Il Cristo Risorto è una statua lignea realizzata dai Morani per la Fam. Valensise e ultimata nel 1856. Ogni anno viene concessa dalla fam. Valensise, che ancora oggi ne è la proprietaria, alla Confraternita del SS. Sacramento e collocata sull’Altare Maggiore dove viene svelata durante la Madre di tutte le Veglie del Sabato Santo nel Duomo tra il Gloria e il suono in festa delle campane. Dopo l’Affrontata viene riconsegnata alla Fam. Valensise che la custodisce nella cappella di famiglia. Dopo la Pasqua 2008 la Statua è stata inviata per il restauro dalla Fam. Valensise ed tornata agli antichi splendori.
La statua della Madonna è di periodo settecentesco, proviene dal Convento dei Domenicani che fu distrutto dal terremoto nel 1783. È una statua acrolita, in quanto solo il volto e le mani sono lignee mentre il corpo è rappresentato da un telaio ligneo ricoperto da un vestito rosso e da un mantello bianco entrambi ricamati da fili d’oro.
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